lunedì 5 marzo 2012

Il battito d'ali dei movimenti

"Che fine hanno fatto gli “studenti” che il 15 dicembre del 2010 misero a ferro e fuoco il centro di Roma? "

In questo articolo pubblicato sul sito Diritto di Critica viene palesato come la maggioranza della popolazione, con ragionamenti molto superficiali, unisca i movimenti e le idee che scaturiscono,  con fattori esterni che sono ne sono completamente avulsi. Chiaramente questo è anche, e soprattutto, dovuto alla disinformazione fatta dai media, ed il fatto che solo certe trasmissioni ne parlino, ed in maniera non sempre corretta tra l’altro, non fa altro che dividere la popolazione ed aumentarne l’avversità nella maggior parte degli anti-movimentisti.


Quello che a me piace fare, è percorrere a ritroso nei problemi fino a giungere alle fonti, del resto l’informatica insegna che solo così si ha un sistema privo di bugs.
Quindi giriamo il problema:
Evidentemente queste manifestazioni agli spettatori appaiono come un unico blocco che nasce fondamentalmente da un unico pensiero. Il che in parte può essere vero, ma questo non significa necessariamente che nasca anche dalla stessa parte politica, e questo può essere disorientante per l’opinione pubblica.


E' fondamentale ragione sulle reazioni che si ottengono alle azioni che si compiono. L’idea che un  battito d’ali di una farfalla possano scatenare un terremoto dall’altra parte del mondo, non potrebbe essere più calzante in questa serie di eventi. Le manifestazioni a cui abbiamo assistito in Medio Oriente, hanno spinto anche parte degli occidentali a porsi delle domande e alla fine a manifestare in piazza, gli esempio più palesi sono sicuramente gli Indignados spagnoli ed gli americani di Occpy Wall Strett. In Italia abbiamo avuto diversi movimenti che sono nati velocemente ed altrettanto velocemente si sono dissolti come dagli Indignati, derivazione di quelli spagnoli ed il movimento dei Forconi, tanto per citarne due, queste di fatto sono cellulle che raccolgono il malcontento popolare e che esplodono quando il l’indignazione raggiunge punti insostenibili per poi riassopirsi dopo aver rimbalzato contro il muro di gomma dell’opinione pubblica.

E qui incontriamo il secondo problema, se le ragioni delle manifestazioni sono condivisibili per la maggior parte dei punti per quale motivo l’opinione pubblica ne è così avversa ?
Le manifestazioni NOTAV sono state contrassegnate dalle bandiere. La falce ed il martello hanno marchiato tutto il movimento e gran parte della popolazione pensa che a manifestare siano i soliti casinisti fancazzisti di sinistra. Occupy Wall Street è stata tacciata più di una volta di essere un movimento hippy/sinistroide, ed il fatto che i media ne parlino in questi toni hanno finito con il posizionare anche questo movimento in un'area ben definita. 


Ora, per chi vive in situazioni politiche differenti, e che segue comunque questi movimenti, appoggiarli e diffonderne le idee ed i ragionamenti, è quasi impossibile.

C’è sicuramente un errore di comunicazione ed il costo è molto elevato. Se la quasi totalità della popolazione fosse d’accordo con i movimenti i governi sarebbero costretti a prenderne atto e considerazione, ma dato che questi vengono sistematicamente relegati nella profonda sinistra, la popolazione li "marca" con gli stereotipi più banali, e quello che questi finiscono con il raccogliere è solo ASTIO, soprattutto in un periodo economico così difficile.


Non è facendo la predica ai "celerini" che si cambiano le cose, ne tantomeno cercando lo scontro fisico come abbiamo visto a Roma ed in Val di Susa, alla fine il governo (non le forze dell’ordine) ci gode a riempirli di botte, e fanno pure PIL ! ...

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