giovedì 11 ottobre 2012

C'è un futuro per la crescita economica con il progresso tecnologico ?


Testo rubato da un post di un'amico, il testo era in inglese, ma non ho potuto fare a meno di postarlo in italiano a beneficio di tutti... leggete e meditate 

Si dice spesso che il genere umano ricerchi il progresso tecnologico per raggiungere il benessere, ed anche che l'evoluzione della nostra economia abbia facilitato, oltre che accelerato  l'avanzamento stesso della tecnologia. Dopo tutto, la tecnologia ha goduto di una crescita esponenziale lungo il corso di tutto il secolo scorso durante la rivoluzione industriale.L'Automazione per la produzione di massa potrebbe essere uno degli esempi più eclatanti. Sembrerebbe che il progresso tecnologico e la crescita economica abbiano un rapporto di proporzione diretta. Alcuni sostengono che il progresso tecnologico è, sempre stato guidato dal desiderio di raggiungere una condizione umana migliore rispetto a quella attuale, e che questo sia stato demandato all'industria ed in fine all'economia. 

Benché questo assioma potrebbe essere vero, bisogna considerare anche quello che questo rapporto significa oggi per noi. Se uno è così profondamente dipendente dalle mutazioni degli altri, quali implicazioni potrebbero esserci per il futuro? Potrebbe lo sviluppo tecnologico stimolare ulteriormente la nostra già malandata economia globale ?

La Torre "Wardencliffe" di N.Tesla,  
prevedeva la diffusione di elettricità in wireless.
Si potrebbe rimanere sorpresi nell'apprendere che in molti casi sembra essere vero il contrario, e che forse è stato così fin dall'inizio. Un secolo fa, il finanziamento del progetto Wardencliffe di Nicola Tesla fu ritirato. E 'stato detto, che il costo del progetto sarebbe diventato troppo costoso e che J.P. Morgan scoraggiò altri investitori principalmente a causa dei suoi dubbi sul fatto che la trasmissione di energia senza fili non averebbe avuto una resa monetaria. Il lavoro sulla torre è stato fermato ed è stato poi distrutto per motivi di sicurezza nazionale. Oggi, lo sviluppo di nuove tecnologie possono ancora essere seriamente ostacolate dalla necessità di monetizzare e per garantire che questa nuova tecnologia non influisca negativamente altre industrie esistenti o infrastrutture economiche. Ad esempio, se qualcuno sviluppasse una macchina più efficiente di qualsiasi altra auto esistente, e magari che funzionasse ad acqua salata, questo inficerebbe seriamente la domanda di petrolio e benzina, la più grande industria del mondo. Questo tipo di progresso tecnologico potrebbe far crollare l'economia mondiale minandola alla base, l'industria petrolifera, con tutti i suoi derivati, è infatti, quella che genera il valore più alto nell'economia globale.

Le necessità economiche affliggono direttamente lo sviluppo tecnologico; ingegneri operano per rendere la tecnologia obsoleta, l'obsolescenza pianificata è uno degli stimoli economici che ha posto fine alla depressione ed ancora guida l'economia. Dopo un ulteriore esame di questo rapporto di forze, appare evidente come il progresso tecnologico e la crescita economica siano fondamentalmente opposti. Il fondamento stesso del nostro modello economico attuale è basato sulla scarsità  (leggi: domanda e offerta), mentre la tecnologia crea abbondanza. La nostra economia è, in qualche modo, basata sullo status quo, mentre la tecnologia si basa su continui cambiamenti. In natura, sono intrinsecamente inversi !

Se è così, allora ci saranno conseguenze molto gravi per il nostro futuro molto prossimo.Vuol dire che non possiamo avere entrambe le cose? Forse la tecnologia rende politica ed economia ridondanti. Forse è necessario cominciare a pensare fuori dalla scatola monetaria, al fine di avanzare al nostro vero potenziale. L'umanità sta cambiando profondamente, è alle prese con una doppia identità che si contraddice, un barbaro contro l'uomo civilizzato: efficiente  superiore e compassionevole. Forse questo è il cambiamento che potrebbe dare senso alla nostra esistenza, o che in ultima analisi potrebbe determinare la nostra sopravvivenza come specie.

By R.L. Scarlett










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